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Siamo arrivati quasi ad un punto di non ritorno e se vogliamo che la Terra continui a sfamare noi e i nostri figli, l’agricoltura dovrà trasformarsi e contribuire a ridurre l’inquinamento globale.
I fertilizzanti ed i pesticidi che si utilizzano nelle coltivazioni sono tra gli agenti risultati più dannosi per l’ambiente, ma continuano ad essere utilizzati, anche se non sono sempre utili. Ma ridurre i pesticidi senza far calare i raccolti è possibile.
Il National Geographic Italia riporta alcuni dati scoperti da alcune ricerche recenti:– nel 38,8% dei casi diminuire i pesticidi fa aumentare la produttività;
– in più della metà dei casi (55%), chi usa meno fitofarmaci ottiene gli stessi raccolti di quando ne utilizzava di più;
– solo nel 6,2% dei casi i ricercatori hanno riscontrato raccolti più scarsi.
Ridurre l’inquinamento causato dall’agricoltura per limitare il cambiamento climatico in atto non è però l’unico elemento da tenere in considerazione.
L’obiettivo è modificare le tecniche di coltivazione per arrivare a un’agricoltura che rispetti l’ambiente, senza inquinare e senza togliere altro spazio alla natura, e nello stesso tempo permetta una redditività economica adeguata a chi vi lavora e consenta un’equità sociale.
Dagli anni ’50 fino ad oggi diversi studi scientifici hanno confermato che gli organismi vegetali sono influenzati dal suono nella loro crescita e nel loro metabolismo. Possiamo citare svariati esperimenti condotti fino ad oggi che hanno chiaramente evidenziato che le frequenze sonore non solo accelerano la crescita, ma influenzano in modo significativo anche la concentrazione di vari metaboliti come ad esempio la clorofilla e gli amidi che aumentano in maniera esponenziale.
Tra le tante ricerche è interessante citare il lavoro di Joel Sternheimer, che e’ riuscito dopo 40 anni di studi e ricerche ad interagire attraverso i suoni nella formazione degli organismi. La chiave di volta della sua ricerca è denominata “Protéodie” o “musica delle proteine”. In parole semplici, ad ogni proteina corrisponde una melodia specifica, costruita a partire dalle onde emesse dagli amminoacidi che la compongono. Gli esperimenti condotti sulle piante hanno provato che i pomodori esposti alle sue melodie sono cresciuti due volte e mezzo di più rispetto a quelli non trattati. Alcune delle piante oltre ad essere significativamente più grandi avevano frutti più dolci e saporiti e resistevano meglio alla siccità. Le sequenze musicali stimolavano le proteine responsabili dello sviluppo delle piante, tra cui il citocromo c, e la taumatina, per un totale di tre minuti al giorno. Utilizzando una proteodia inibente, Sternheimer sostiene anche di aver fermato il virus del mosaico con la riproduzione delle sequenze di note da lui apposita- mente progettate.
In un’altra ricerca, l’esposizione al suono ha aumentato il contenuto di ossigeno e il livello di poliammine nel cetriolo e nel cavolo cinese, migliorando così la salute generale delle piante. I risultati hanno anche suggerito che le onde sonore ad alta frequenza ritardano la crescita di Aspergillus spp. Questo risultato potrebbe essere sfruttato a beneficio dell’industria alimentare. il ricercatore Xiujuan e colleghi hanno riferito che le onde sonore hanno accelerato la sintesi di RNA e proteine solubili con un aumentato livello di trascrizione che ha determinato una crescita migliore in piante di crisantemo. Il tasso di crescita in termini di altezza e biomassa è aumentato rispettivamente del 20% e del 72% se trattato con la musica classica, utilizzando quindi musica raga suonata da strumenti musicali indiani come flauto, violino e armonio. Un effetto positivo simile è stato osservato anche nelle colture in pieno campo – con l’incremento delle dimensioni dei frutti tra il 25% e il 60% rispetto ad altre colture non trattate.
GREEN HARMONIC SOLUTIONS
A partire dalle ricerche fin ora citate, il sottoscritto Simone Gatto, compositore salentino specializzato in Musicoterapia, insieme ad un team di ricercatori, ingegneri elettronici ed ambientali provenienti da tutta Italia, ha condotto una ricerca nelle aziende del Salento su vari tipi di coltivazioni in serra e campo aperto (fiori, pomodori, melanzane, melograni, avocado ecc.), applicando diversi tipi di frequenze sia per diffusione aerea che nel terreno ed impostando un trattamento su misura per ciascun tipo di coltivazione (assegnando melodie e armonie specifiche a seconda delle necessità: crescita, colore, necessità di acqua, resistenza agli insetti e ai parassiti, periodo dell’anno). L’intero percorso di ricerca è iniziato nel 2017 ed è supervisionato dal Prof. Marcello Lenucci del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali, il quale ha messo a disposizione le sue risorse per analizzare tutti i campioni e fornire un attendibilità scientifica ai risultati.
Nasce così il progetto Green Harmonic Solutions, un sofisticato sistema di irrigazione sonora che attraverso appositi diffusori diffonde una combinazione accuratamente calibrata di scale melodiche, armoniche e ritmiche di frequenze meccaniche con l’obiettivo di entrare in risonanza armonica con la Terra e con tutti gli organismi viventi, inibire o eccitare proteine e processi cellulari e conseguentemente causare effetti significativi nella modifica dei parametri vitali delle piante, facilitandone la germinazione e la crescita, stimolandone la nascita di fiori, foglie, frutti, germogli, gemme, ecc.
I risultati fin ora acquisiti hanno determinato chiaramente che il sistema funziona! Infatti attraverso la diffusione di frequenze nel terreno con dei box in acciaio non temperato, appositamente disegnati, si è riusciti ad allontanare i parassiti in eccesso evitando però al contempo il vuoto biologico, rendendo quindi il suolo fertile e produttivo, pronto per un riutilizzo immediato dopo il raccolto. Questo medesimo stato di equilibrio è stato conservato anche durante la fase di crescita e maturazione delle piante, grazie alla diffusione di suoni armonici e composizioni musicali nell’aria per mezzo di speaker audio che, dati alla mano, hanno consentito di irrobustire il sistema immunitario delle piante, influenzando in modo significativo la concentrazione dei vari metaboliti e aumentando di conseguenza la resistenza delle stesse agli attacchi degli insetti.
Tutti i dati raccolti in oltre tre anni di ricerche sembrerebbero dimostrare che, grazie alle specifiche tecniche a base di frequenze udibili e non udibili elencate sopra, questo sistema sia in grado di dare un beneficio tangibile al settore agricolo, aumentando la produttività e la qualità dei vegetali prodotti. Inoltre l’utilizzo di queste tecniche “dolci” permette all’agricoltore di eliminare o quantomeno abbassare drasticamente il fabbisogno di fertilizzanti chimici e pesticidi, aiutando l’ecosostenibilità e riducendo di conseguenza l’inquinamento ambientale, facilitando il benessere di piante, animali ed esseri umani.
La metodologia va declinata a seconda delle dimensioni dell’area trattata (campo aperto, serra, mini-serra, coltivazione idroponica e aeroponica), delle strutture presenti e degli scopi richiesti, ma è in ogni caso da considerare una reale risorsa per fronteggiare la necessità immediata di cambiare paradigma nel settore agricolo, promuovendo la sostenibilità, anche in termini di sicurezza internazionale e di emergenza umanitaria. Insomma, una risposta Green ad una problematica esacerbata dall’impatto dello sviluppo delle attività umane ed un riferimento concreto alle aziende agricole per il possibile utilizzo di tecnologie alimentate da energia rinnovabile.
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