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Musicoterapia cos’è e come si pratica

La Musicoterapia utilizza la musica e i suoi elementi (suono, ritmo, melodia, armonia) come strumento terapeutico, attraverso la comunicazione non verbale, grazie ad un impiego relazionale dell’elemento sonoro, allo scopo di

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La Musicoterapia utilizza la musica e i suoi elementi (suono, ritmo, melodia, armonia) come strumento terapeutico, attraverso la comunicazione non verbale, grazie ad un impiego relazionale dell’elemento sonoro, allo scopo di promuovere il benessere dell’intera persona, corpo, mente e spirito. In altre parole, attraverso il mezzo creativo, si propone di sviluppare il potenziale e/o riabilitare funzioni dell’individuo in modo che egli possa ottenere una migliore integrazione sul piano interpersonale e/o interpersonale e , conseguentemente, una migliore qualità della vita attraverso la prevenzione, la riabilitazione o la terapia.

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COS’È LA MUSICOTERAPIA E A COSA SERVE?

Nella storia dell’umanità, la musica e la medicina hanno sempre mantenuto una stretta relazione.

L’approfondimento sulla musica nel campo delle neuroscienze si è sviluppata notevolmente negli ultimi anni. L’evoluzione di strumenti tecnologici come la Risonanza magnetica funzionale (fMRI) o la Stimolazione magnetica transcranica (TMS) ha permesso di visualizzare le parti attive del cervello durante l’elaborazione degli stimoli musicali dimostrando che lo stimolo sonoro musicale è capace di attivare più aree cerebrali distinte tra loro.

Per capire quanto complessa sia questa facoltà, basta pensare che intonare una semplice nota coinvolge diversi meccanismi tra cui: attenzione, memorizzazione, integrazione senso-motoria.

Recenti ricerche hanno dimostrato che, dopo alcuni mesi, il cervello dei bambini che avevano seguito approfondito l’uso di uno strumento musicale risultava modificato in maniera diversa da quello dei coetanei che non avevano studiato musica.

In altre parole, la musica produce plasticità cerebrale, ossia la capacità del cervello di modificare la propria struttura e la propria funzionalità, in base sia a stimoli interni e sia stimoli ricevuti dall’ambiente esterno; in questo caso stimoli sonori.

Sembra ci sia anche una connessione tra disturbi e accesso alla musica: bambini con deficit di apprendimento basati sul linguaggio, spesso, mostrano deficit proprio negli specifici processi stimolati dalla pratica musicale. Altri studi hanno dimostrato gli effetti benefici della pratica musicale sull’elaborazione del linguaggio.

Al contrario quindi, il suono, la musica, in virtù delle sue caratteristiche può perciò facilitare un intervento sui disturbi della sfera espressivo-comunicativo-relazionale.

Le recenti scoperte che dimostrano che l’ascolto della musica è un’esperienza gratificante e che il semplice ascolto della musica attiva il sistema dopaminergico della gratificazione offrono ancora maggior sostegno all’idea che la pratica musicale possa essere lo strumento perfetto per la riabilitazione.

Tracciando i limiti di ricerca e di applicazione, in quanto non ogni pratica è utilizzabile per tutti, le diverse definizioni stabiliscono soprattutto l’identità professionale del musicoterapeuta, il suo profilo di lavoro.
La musica è il mezzo che viene utilizzato in questa terapia. Essa è fonte di espressione, di condivisione, di sostegno e contenimento delle emozioni, dei pensieri che non sempre vengono espressi verbalmente all’interno di un incontro di musicoterapia.

Questi pensieri vengono trasformati in suoni attraverso gli strumenti musicali e/o la voce.

Prendiamo in considerazione i diversi concetti compresi nella musicoterapia, che fanno capo sia al concetto di musica che all’aspetto della terapia.

come agisce la musicoterapia

In che modo agisce la musicoterapia?

L’esperienza musicale può influenzare molteplici ambiti, come le funzioni cognitive, le capacità motorie , lo sviluppo emozionale, le abilità sociali e la qualità della vita. La musicoterapia può essere applicata alla gravidanza , all’insegnamento scolastico o alla terapia in reparti di medicina oncologica, palliativa e geriatrica. A seconda del caso, le modalità di approccio di questa disciplina sono diverse e possono prevedere, ad esempio, l’ascolto di brani, l’esecuzione con strumenti, la libera improvvisazione, il canto, la danza o il movimento. Nelle strutture scolastiche, la musicoterapia viene generalmente impiegata per scopi psicopedagogici, in quanto può contribuire all’organizzazione di una personalità equilibrata e matura. 

Uno dei principi fondamentali dell’uso della musica e del suono a scopi terapeutici è il concetto di “risonanza”. La risonanza è la vibrazione o frequenza alla quale un oggetto vibra in modo più naturale. Ogni oggetto ha una frequenza di risonanza, sia che la si senta o meno. Un libro ha una frequenza di risonanza, così come le sue singole pagine. La sedia su cui siamo seduti ha una frequenza di risonanza, così come il bicchiere da cui beviamo. In effetti, anche tutti noi abbiamo una frequenza di risonanza. L’organismo umano è un complesso sistema di frequenze che creano dei campi elettromagnetici, o energetici. Attuali evidenze scientifiche hanno mostrato che il campo elettromagnetico gioca un ruolo essenziale nell’assicurare la coesione degli elementi liquidi e solidi permettendo alla materia vivente di dialogare con il livello chimico, in modo tale che il traffico molecolare sia ben ordinato.

La Fisica moderna, quindi, ci dice che non esiste nulla nello spettro del reale che non sia contemporaneamente INFORMAZIONE, MATERIA ed ENERGIA.

INFORMAZIONE, MATERIA ed ENERGIA sono collegate a cascata, la materia non esiste senza energia che a sua volta non ha forma senza informazione.

Quando le vibrazioni sonore vengono utilizzate per modificare le vibrazioni di qualcos’altro, un oggetto o una persona, questo fenomeno è chiamato Entrainment – trascinamento.

Con l’Entrainment, le potenti vibrazioni di un oggetto cambiano in realtà le vibrazioni di un altro oggetto, facendo sì che questo secondo oggetto si sincronizzi con il primo. Questo è un fenomeno della natura che sembra avere a che fare con la conservazione dell’energia. Possiamo sperimentare spesso l’Entrainment anche per quanto riguarda i nostri ritmi interni. La nostra frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria e l’attività delle onde cerebrali si trascinano a vicenda. Se si vuole sperimentare questo immediatamente, basta fare qualche respiro profondo e lungo. Rallentando la respirazione in questo modo, si rallenta anche la frequenza cardiaca e l’attività delle onde celebrali. Al contrario, quando si rallentano le onde cerebrali, si rallenta anche la frequenza cardiaca e la respirazione. Una frase che potremmo usare per questo fenomeno di trascinamento è “modifica della frequenza”. Significa cambiare la velocità di vibrazione di un oggetto ad un’altra velocità. Aiutandoci con la musica, possiamo lavorare per influenzare il ritmo respiratorio e di conseguenza cambiare il nostro stato vibrazionale raggiungendo un maggiore equilibrio, armonia e salute.

meditazione e massaggio sonoro

I due strumenti più potenti noti per modificare la frequenza sono interconnessi. Il primo è la creazione di suoni con la nostra voce, che è una forma di Vibroacustica. La Vibroacustica (ambito nel quale opera la Suonoterapia) consiste nella trasmissione di diverse combinazioni di frequenze sonore ai tessuti del nostro corpo che attraverso il fenomeno della risonanza supportano l’organismo nel normalizzare gli squilibri e nel sincronizzare la frequenza della cellula con il suo stato naturale di risonanza vibrazionale. Si possono utilizzare strumenti ancestrali

Il secondo strumento più noto per modificare la frequenza dei nostri ritmi interni è l’ascolto dei suoni con le nostre orecchie e il nostro corpo, in quanto come abbiamo già visto, il suono entra nelle nostre orecchie e nel nostro cervello, influenzando il nostro sistema nervoso. Così il nostro battito cardiaco, le onde cerebrali e la respirazione sono tutti influenzati dai suoni che sentiamo. La scienza che studia la percezione del suono e che ricerca come il suono influisce sul nostro sistema nervoso influenzando le nostre risposte fisiologiche si chiama Psicoacustica. In quest’ambito la Musicoterapia si occupa di proporre una stimolazione sensoriale attraverso il suono e la musica per facilitare la sua azione riequilibrante attraverso la sincronia dei ritmi fondamentali dell’organismo, ma anche per aiutare ad ad elaborare vissuti e ad aprire canali comunicativi, incrementando la creatività e sviluppando le capacità relazionali dell’individuo. 

Focalizzare la nostra attenzione sull’atto attivo dell’udito – quello che chiamiamo “ascolto” – può essere in realtà un potente veicolo per sintonizzarci sul suono e per aiutarci a percepire meglio il nostro corpo nel qui ed ora.

Come abbiamo visto nella precedente sezione, a livello fisiologico il processo di ascolto è interconnesso con il nostro organo dell’udito, l’orecchio. L’orecchio non è solo un organo dell’udito, ma anche dell’equilibrio. Quasi tutti i nervi cranici conducono all’orecchio. Si intende che l’orecchio è neurologicamente coinvolto con il nervo ottico, il nervo oculomotore e i nervi responsabili della muscolatura del collo. E ‘anche legato con il l0° nervo cranico o nervo vago, che colpisce la laringe ed è responsabile della vocalizzazione. Ciò significa che il processo di ascolto è interconnesso con il processo di creazione dei suoni vocali. Anche i bronchi, il cuore e il tratto gastrointestinale sono influenzati dal nervo vago e quindi anche il processo di visione, respirazione, frequenza cardiaca e digestione, così come molte altre funzioni corporee, sono influenzati dal suono e dal nostro orecchio.

Inoltre, le ricerche di persone come il Dr. Alfred Tomatis, indicano che i suoni che ascoltiamo possono effettivamente aiutare il nostro cervello e il sistema nervoso. In sostanza, i suoni che ascoltiamo agiscono come  nutrienti sonori per il nostro cervello, il corpo e i sistemi energetici.

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Cos’è la Musicoterapia attiva o recettiva? 

Nella musicoterapia praticata dai professionisti si è soliti distinguere tra musicoterapia attiva e recettiva.

La musicoterapia recettiva è la situazione in cui il paziente ascolta la musica suonata dal terapeuta o registrata e elabora successivamente l’esperienza in un dialogo verbale oppure attraverso l’espressione grafica. L’ascolto porta ad immaginare come in un sogno ad occhi aperti e la verbalizzazione del materiale immaginato funge da stimolo per la rappresentazione di un’immagine, una scena o di una creazione astratta. 

Nella musicoterapia attiva, invece, è il paziente stesso a cantare, muoversi e usare gli strumenti ed improvvisare insieme al conduttore.

In generale, la musicoterapia usa un mezzo non verbale e per questo è adatta a persone di diversa provenienza geografica, ma anche ai bambini, a chi non può parlare, a chi soffre di disturbi precoci o non sa esprimere sentimenti ed emozioni.

E qui per te un brano di Musicoterapia per favorire il rilassamento profondo:

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