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Le vibrazioni, che si propagano nell’aria (o in un altro mezzo elastico), raggiungono l’apparato uditivo dell’orecchio che, tramite un complesso meccanismo interno simile a quello che compie un analizzatore di spettro, percepisce frequenze comprese in un range tra 16 e 16.000 Hz circa e crea una sensazione “uditiva” correlata alla natura della vibrazione.
Il nostro cervello è un avanzatissima centrale di elaborazione dati: può elaborare ed immagazzinare un’incredibile quantità di informazioni in tempi brevissimi ed ha il compito di coordinare tra di loro le attività dei vari organi nonché di indurre risposte a seguito di stimoli esterni. Perciò si occupa di ricevere ed elaborare sia stimoli esterni che stimoli interni inducendo risposte attraverso un meccanismo di feedback e non solo.
Come tutti gli altri organi, il cervello ha una frequenza propria variabile, cioè una frequenza che varia a seconda delle interazioni che si verificano: può essere eccitato o inibito a seconda della situazione, il che causa un aumento o una diminuzione della sua frequenza propria. Una delle peculiarità del nostro cervello, e che lo differenzia da tutti gli altri organi del nostro corpo (dal punto di vista vibrazionale), è la sua sensibilità a qualsiasi strumento che emette onde di frequenza poiché tende a sintonizzarsi naturalmente con il segnale esterno; ciò fa sì che la frequenza vibratoria del cervello possa essere facilmente influenzabile e modificabile semplicemente attraverso l’ascolto di determinate frequenze.
Nello specifico il nostro cervello utilizza dei range di frequenze che vengono raggruppati attraverso 5 lettere dell’alfabeto greco: ALPHA, BETA, THETA, DELTA, GAMMA, all’interno delle quali viene fatta un’ulteriore distinzione tra BETA – BETA ALTE e DELTA – PROFONDO DELTA. Alle diverse attività del nostro cervello corrisponde la produzione di diversi tipi di onde cerebrali, e viceversa esponendo il nostro cervello ad una fonte che produca queste onde possiamo indurre determinati stati di coscienza. Possiamo osservare nello schema seguente come viene rappresentata graficamente la frequenza delle diverse onde cerebrali:
Possiamo facilmente notare come man mano che si abbassano gli Hertz si raggiunge uno stato di maggiore rilassatezza. Andiamo ad analizzare le caratteristiche delle diverse Onde/Stati di coscienza:
– ALPHA (8-12Hz): sono le frequenze tipiche del rilassamento e della meditazione, questo stato di coscienza favorisce tutte le attività che possiamo definire di “Ripristino” come digestione e distensione mentale, favorendo la recettività della mente. Normalmente raggiungiamo questo stato appena svegli o poco prima di addormentarci.
– BETA (12-40Hz): sono le frequenze a cui vibra il nostro cervello in stato di veglia e attività, quando cioè stiamo svolgendo una qualunque attività che richieda uno sforzo di concentrazione, dall’attività più banale come ad esempio la lettura, alla più complessa come potrebbe essere lo svolgimento di un esame universitario particolarmente impegnativo.
– THETA (3-8Hz): sono le “onde dell’artista” perché favoriscono uno stato di ispirazione, THETA è uno stato di coscienza che ci permette di collegarci con “Altre dimensioni”: quello che fa l’artista ispirato è di connettersi con un’altra dimensione per poi tornare e cercare di raccontare attraverso la sua arte ciò che ha percepito. Theta è la frequenza a cui vibra il cervello dell’atleta in trance agonistica. Queste onde sono associate anche al sonno leggero e ad una meditazione più profonda.
– DELTA (0.5-3Hz): queste onde sono associate al sonno, Delta è lo stato di coscienza che favorisce la Rigenerazione cellulare e gestisce il ripristino dell’equilibrio del nostro corpo. Se non riusciamo a raggiungere questo stato di coscienza in maniera efficiente il nostro corpo va incontro a un processo di deperimento più rapido. Dopo aver affrontato una giornata impegnativa è fondamentale che il nostro cervello entri in Delta per poter consentire il ripristino psico-fisico di tutto l’organismo.
– GAMMA (40-100Hz): nonostante siano le più alte come frequenza le presento come ultime dell’elenco perché sono delle onde particolari che proprio per l’alta frequenza il nostro cervello non riesce a sostenere per un tempo molto prolungato e sono associate ad eventi di precognizione, brain storming, momenti di elevata tensione ed elaborazione di informazioni di alto livello.
Man mano che si abbassano le frequenze a cui lavora il nostro cervello cambia la nostra percezione della realtà che ci circonda: tutto ci appare più lento e la nostra capacità d’interagire aumenta. Dilatandosi la nostra percezione del tempo, aumentano le possibilità di interagire ed elaborare dati. Pensate ad uno sportivo che durante la gara può raggiungere lo stato Theta: i movimenti degli avversari risulteranno più lenti e lui avrà il tempo di elaborare diverse soluzioni nello stesso lasso di tempo che dagli avversari sarà percepito in maniera molto più rapida.
COME IL SUONO PUÓ AIUTARE NEL PROCESSO DI SINCRONIZZAZIONE CELEBRALE
Come spiega Riccardo Tristano Tuis nel suo libro 432 Hertz: La rivoluzione musicale: “I ritmi febbricitanti della vita moderna e i relativi problemi di sopravvivenza, sommati all’alimentazione, all’inquinamento acustico e musicale portano il corpo e il cervello a ‘stazionarsi’ in una frequenza sempre di più disarmonica, che i ricercatori hanno denominato ‘Decoerenza neurale dello stato Beta’”. Tale stato, se permanente, non permette un sonno ristoratore (insonnia) necessario al buon funzionamento dell’organismo. L’Homo Industrialis e, soprattutto, l’Homo Technologicus, sta sempre meno sintonizzato sulle bande di frequenza cerebrali coerenti dello stato Alpha (mente calma e ricettiva, acuta concentrazione e rilassamento vigile), dello stato Theta (meditazione profonda, ispirazione creativa, sonno REM) e dello stato Delta (sonno senza sogni e rigenerazione cellulare), “fossilizzandosi” cronicamente sulla banda dello stato Beta (allerta e concentrazione) sovraffaticando il sistema nervoso e le ghiandole endocrine preposte al meccanismo di sopravvivenza “Lotta e fuggi”.
Questo perenne Stato di Allerta dell’uomo moderno, che ai giorni nostri viene chiamato “Sindrome da Stress”, è l’effetto neuroendocrino di questa disarmonia di frequenze non biocompatibili presenti nell’ecosistema umano che lo fa ammalare e non gli permette un processo cognitivo ottimale.”
Possiamo dunque capire che ciò che più conta in termini di qualità della vita e miglioramento del nostro stato psico-fisico è l’equilibrio. L’equilibrio non solo tra le frequenze del nostro cervello (che come abbiamo visto possono essere in qualche modo indotte) ma del nostro essere in generale, cercando di avere uno stile di vita che possa permettere al nostro organismo di espletare le proprie funzioni in totale efficienza.
Secondo il dottor Victor Beasley – appartenente al gruppo di ricerca presso la statunitense University of the Trees – “ogni cellula ha un campo magnetico che interagisce con quelli delle cellule simili vicine, dando così origine al campo magnetico di un sistema particolare all’interno del corpo umano”. Le vibrazioni dei vari atomi creano così una risonanza e si aggregano nelle cellule con atomi simili. Può accadere che per una qualsiasi causa, queste nostre note di risonanza interiore siano stonate, generando un malessere. Noi possiamo ridare il “LA” al nostro corpo attraverso la meditazione e la musica. In questo modo ristabiliamo l’ordine nell’organismo.
Metaforicamente il corpo umano è proprio uno spartito, direi una sinfonia, tanto è perfetto, che dio o la natura, se preferite, ha scritto. Perciò può accadere che alcune note stonate turbino la perfezione della scrittura musicale. Abbiamo quindi bisogno di un accordatore, di un direttore, di una guida, chiamatelo come volete, comunque qualcosa che riporti l’ordine nell’orchestra.
Ad esempio se il nostro cervello viene sottoposto ad uno stimolo ritmico (come una sequenza percussiva) esso cercherà automaticamente di sincronizzare le proprie onde cerebrali per abbinarle alla frequenza proveniente dallo stimolo. Recentemente si è notato che il drumming che si pratica in molte culture viene suonato a circa 4,5 battiti al secondo. La gente che si lascia trasportare da questo battito costante può entrare facilmente in uno stato di trance. 4,5 battiti al secondo corrispondono a 4,5 hz, cioè allo stato di onde cerebrali Theta. Questo è chiamato “Il responso alla frequenza“.
Le forme più frequenti di ‘trasporto celebrale’ sono i battiti binaurali, i ritmi monotonici e i toni isocronici. I battiti e le tonalità utilizzati per questa pratica vengono creati inviando toni diversi ad ogni orecchio, facendo in modo che il nostro cervello percepisca la differenza tra questi due toni. Ad esempio, se dovessi sottoporre all’orecchio sinistro un tono a 220 Hz e un altro tono a 210 Hz all’orecchio destro, il cervello percepirà un tono di 10 Hz e questo condurrebbe le onde celebrali del nostro cervello a vibrare nello stato Alfa per un effetto di sincronizzazione.
BATTITI BINAURALI: I battiti binaurali sono di gran lunga il metodo di trasporto celebrale più diffuso, anche se non il più efficace. Il motivo della sua popolarità è semplicemente dovuto all’interesse iniziale e alla ricerca di ricercatori come Robert Monroe dell’Istituto di Monroe. Poiché i toni devono essere creati nel cervello, le cuffie sono necessarie per assicurare la percezione dei battiti binaurali. In caso contrario diventerebbero battute monofoniche già prima di raggiungere il cervello; alcuni metodi sono migliori di altri a seconda dell’applicazione e del risultato previsto. I battiti binaurali hanno una gamma approssimativa da 0.235 a 26.25 hz. Se si supera questo valore le battute binaurali diventerebbero troppo grandi per essere percepite dal cervello.
RITMI MONOAURALI: I ritmi monoaurali sono simili ai battiti binaurali in quanto si ricavano dalla combinazione di due segnali. La differenza si trova nel fatto che nei ritmi monoaurali i segnali si combinano nell’aria prima di raggiungere il cervello, mentre i ritmi binaurali vengono creati nel cervello stesso. Solitamente i ritmi monoaurali sono più efficaci rispetto a quelli binaurali, anche se diventano inefficaci sotto i 4hz. Inoltre, i battiti monoaurali richiedono un environment molto silenzioso per essere ascoltati.
TONI ISOCRONICI: I toni isocrone sono simili a quelli monoaurali in quanto si formano al di fuori del cervello, ma invece di essere un impulso sinusoidale come i battiti monoaurali, i toni isocronici sono impulsi individuali dello stesso tono. Essi sono considerati i migliori nel processo di trascinamento celebrale nella maggior parte delle applicazioni di entrainment e hanno il vantaggio aggiunto di non richiedere l’ascolto da parte di entrambe le orecchie. Ciò è particolarmente utile per gli individui con alterazione o perdita di udito in un orecchio. Questi toni possono anche essere utilizzati per lavorare separatamente su ciascun emisfero o su entrambi in quanto richiedono l’ascolto solo da un orecchio. Tuttavia come quelli monoaurali, i toni isocronici non possono essere utilizzati sotto i 4hz e generalmente devono anche essere più forti degli altri battiti per essere efficaci.
Va specificato che tutte le onde celebrali sono presenti nel cervello in ogni momento, che fanno da contorno ad uno stato dominante. Vale a dire, se sei in uno stato alfa per esempio, questo non significa che tu stia vivendo solo onde alfa, ma piuttosto che le onde alfa costituiscono la percentuale più grande delle onde cerebrali allo stato corrente.
I ritmi binaurali, monoaurali e isocronici sono solo alcuni degli svariati metodi che vengono utilizzati oggi dall’uomo per ritrovare l’armonia con se stesso. Utilizzando determinate frequenze in un ambiente silenzioso si possono effettuare sedute di meditazione, training autogeno, E.F.T, pranoterapia e altre tecniche di ricerca interiore che potrebbero aiutare addirittura a riparare e riprogrammare il nostro DNA. In effetti esiste uno svariato numero di frequenze sonore vitali che ha manifestato un potere straordinario e benefico sulla fisiologia umana ed è stato dimostrato che ogni frequenza vitale in risonanza con le nostre onde celebrali, procura degli effetti a livello fisiologico sul nostro corpo; spesso anche la sovrapposizione di due o tre frequenze in solfeggio tra di loro può recare effetti benefici sorprendenti.
Qui puoi ascoltare un brano con toni isochronici e accordatura a 432 Hz per ritrovare l’armonia con te stesso: