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Metodo Qui ed Ora
Elimina lo Stress dalla Tua Vita
con la Musicoterapia
Facilita il rapporto intrapersonale
Aumenta l’attenzione migliorando l’alfabetizzazione emotiva
Sviluppa l’intelligenza senso-motoria
COME PUOI MIGLIORARE
GRAZIE AL METODO “QUI E ORA”
MUSICOTERAPIA, MINDFULLNESS E METODOLOGIA ABA
Nel corso degli anni, grazie ai miei studi come tecnico del comportamento RBT e come tecnico della comunicazione non verbale secondo il modello Benenzon. Queste competenze mi permettono di avere un contatto diretto con il soggetto autistico senza particolari reazioni di allontanamento.
DIALOGO SONORO
L’approccio inizia con la creazione di un setting che possa instaurare un dialogo sonoro: un percorso che porta dalla sperimentazione informale all’alternanza suono/rumore e silenzio, una sempre maggiore strutturazione ritmico-melodica, favorendo la dimensione creativa dell’esperienza.
UN PERCORSO INTERDISCIPLINARE
In questa esplorazione in coppia del mondo corporeo e sonoro si uniscono l’ascolto partecipato della musica riprodotta, il movimento sulla musica, che si realizza con semplici balli e pantomime. Durante gli incontri si lavora attraverso diversi settori espressivo-musicali: movimento, espressione corporea, pratica strumentale, sonorizzazione, canto naturale e vocalizzazione che vengono realizzati secondo un comune processo metodologico.
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Dicono di me
Vinci lo stress con il Metodo “Qui ed Ora”
Il disturbo dello spettro Autistico (ASD) comporta alterazioni neurologiche che giocano un ruolo importante nello sviluppo cognitivo-emotivo, in particolare per le abilità di espressione emotiva e di comunicazione che influenzano gli scambi relazionali e l’interazione sociale. È affetta da disturbi dello spettro autistico circa 1 persona su 100 – in base a dati epidemiologici internazionali, nel nostro Paese non abbiamo dati certi e definitivi.
Ma se i numeri non sono sempre certi, è certo che il numero dei casi di autismo è in crescita nel mondo, perché è migliorata la capacità diagnostica e la sensibilità nei confronti di una patologia che include un’ampia eterogeneità di quadri: nelle persone che ne sono affette, il grado di abilità intellettiva e comunicativa è molto variabile e spazia da una compromissione grave ad abilità cognitive non verbali anche superiori alla norma.
In modo specifico si riscontrano spesso difficoltà nello stabilire la reciprocità nelle relazioni, l’espressione dell’intenzionalità nelle azioni, la capacità di condividere e mantenere l’attenzione su oggetti e azioni, la regolazione delle emozioni e del comportamento, la comprensione delle emozioni proprie e altrui.
Di autismo non si guarisce, ma la diagnosi precoce che è possibile già nei primi due anni di vita, e di conseguenza l’intervento precoce sono strumenti importanti.
Nel mio lavoro come Musicoterapeuta presso la Comunità Capodarco a Chiesanuova (Gallipoli – LE) ho avuto modo di portare avanti un percorso di musicoterapia della durata di oltre due anni nell’ambito dei disturbi della comunicazione di tipo autistico. Come ho accennato prima, quando si lavora con questa particolare utenza il grado di abilità intellettiva e comunicativa è molto variabile ed in una comunità che ospita oltre trenta bambini con disturbi dello spettro autistico è facile trovarsi a lavorare lo stesso giorno con diversi tipi di funzionamento, bambini detti ‘ad alto funzionamento’ che utilizzano il linguaggio verbale ed hanno abilità cognitive più sviluppate mentre bambini detti ‘a basso funzionamento’ che non utilizzano il linguaggio verbale ed hanno un modo diverso di comunicare e proprietà cognitive poco sviluppate.
Un aspetto che accomuna tutti i bambini affetti di autismo è la loro mancanza di motivazione ad imparare nuove abilità e, in generale, a partecipare attivamente all’interazione sociale. Tale mancanza di motivazione può essere caratterizzata sia da crisi d’ira, pianto, chiusura e non dare attenzione, guardare nel vuoto. Non sappiamo con certezza perché sia così complicato motivare questi bambini: forse questo è dovuto al fatto che visto che sbagliano spesso, imparano semplicemente a rinunciare, a provarci. Qualsiasi sia la vera ragione, comunque, è ovvio che il problema della motivazione deve essere risolto prima di sperare di riuscire a sviluppare una strategia di intervento efficace per questi bambini.